lunedì 23 gennaio 2012

Africa: lontana dagli occhi, ma non dal cuore

L'associazione riapre i battenti, giusto il tempo di riprendersi da tre settimane d'Africa, settimane condite di emozioni, incontri e mille nuove scoperte personali, giusto il tempo di ritornare a questa realtà che, anche se diversa, è perfettamente conciliabile con quella togolese, soprattutto dopo quest'esperienza che ha rafforzato ancora di più i legami con gli amici d'Africa nonostante la distanza.

Ripartiamo da dove ci eravamo lasciati prima di questa colorata ed emozionante esperienza in terra togolese, ripartiamo dalla questione più importante che é legata all'operazione di Didier, il ragazzo del villaggio di Dafo che grazie ai fondi raccolti è stato possibile portare all'ospedale di Afagnan per l'operazione al femore, un intervento che dovrebbe portarlo a recuperare dall'immobilità della gamba che perdura dall'incidente di due anni fa a causa della frattura dell'osso. Dopo una cura pre-operatoria di un mese a base di medicinali per prepararsi all'operazione, cura che ha svolto tra il villaggio e la casa dei ragazzi dell'associazione a Lomé, oggi è iniziata la degenza e a giorni aspetto la conferma della data dell'operazione fissata in questa settimana. Nelle settimane in Togo abbiamo avuto l'occasione di passare un pò di tempo con lui e vi assicuro che era il ritratto della gioia, contava i giorni all'intervento con una speranza contagiosa per chi gli stava intorno. Il mio pensiero va a chi a partecipato a questa possibilità, da chi ha fornito un supporto economico a chi mi ha donato un contatto di un dottore, di un primario o di un ospedale che poteva ospitarlo, fino alla struttura ospedaliera "St. Jean de Dieu" che ha accettato di fare l'operazione.

Come tutte le altre volte anche questa é stata un'altra esperienza folle, di quelle che non si possono scordare, in cui gli incontri restano fissati nella memoria, affiorando per un casuale gioco di associazioni mentali. Come il ricordo di padre Gaetano e padre Donato, due figure positive che hanno fatto una scelta di vita prima ancora che di fede, persone cariche di consigli incrociate in questi mesi per informazioni per fare un pozzo a Dafo, primo obiettivo di questo viaggio. Ma in Africa il più delle volte si deve improvvisare ed adattarsi a ciò che si ha, un pozzo non si può fare per la morfologia del terreno, quindi ripiegheremo con la costruzione di un castello d'acqua, un sistema semplice per il trasporto dell'acqua attraverso pompa, canali e serbatoio dalla fonte alla piazza principale, progetto fondamentale che sarà sviluppato quest'anno grazie all'aiuto di chi vuole partecipare nella progettazione, nel finanziamento e anche nella costruzione, tra l'Italia e il Togo. E a proposito di ricordi freschi nella memoria questo è stato un Natale anomalo festeggiato con canti e musiche nella notte di veglia, mentre il ricordo di Santo Stefano è quella di una giornata umida passata insieme alla comunità locale a misurare, tutto un teatrino di bindelle metriche, strumenti artigianali di misurazioni, bolle e livelle, un susseguirsi di numeri recitati in francese, in consigli e discussioni su come tracciare, il tutto per calcolare la distanza e la differenza di quota tra la fonte e il villaggio, tutto intervallato con discussioni e risate.

Ma per l'associazione è stata anche l'occasione per studiare in prima persona un percorso di turismo responsabile da proporre in futuro a cura dell'associazione locale per finanziare direttamente i progetti tramite il noleggio dei mezzi che porteremo, un viaggio pionieristico su migliaia di chilometri di asfalto e pista rossa, su tutti i mezzi possibili dalle piroghe ai taxi scassati, passando per furgoni, pullman e motorini, recuperando contatti, conoscendo associazioni di promozione locale, realtà concrete su cui appoggiarsi in futuro per sviluppare una forma di turismo etico e umano, responsabile e sensibile che permetta di valorizzare l'aspetto più bello che questa terra offre: il contatto con le persone. Questa è una terra ancora lontana da quel turismo che tutto divora, una terra in cui ci si muove con discrezione, in silenzio assaporando tutto ciò che ci circonda, facendosi rapire dai colori, dai suoni, dall'immensa profondità di uno sguardo e di un sorriso. E questo può essere il punto di partenza per far conoscere a chi vuole questa cultura, immergendosi dentro, tra il Togo e il vicino Benin dove ancora una volta mi sono sentito a casa nella "Maison de la Joie" di Ouidah, un autentico nido d'amore e gioia dove far fiorire la propria parte più sensibile.

E' stato stupendo anche questa volta, la soddisfazione di essere riusciti a chiudere e definire i nuovi progetti, dal castello d'acqua alla validazione dei cantieri di cooperazione estiva, dalla conferma di progetti di autofinanziamento da avviare a breve fino all'apertura del turismo responsabile, fanno da contorno all'esperienze personali che anche questa volta non si possono esprimere a parole, vanno solamente vissute senza paura e senza troppi pensieri, solo così possono diventare per sempre una parte di te.

Toni Bocale - Associazione AFRICASA ONLUS

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