lunedì 9 giugno 2014

Orizzonti africani

L'associazione AFRICASA festeggia il quarto anniversario dalla sua fondazione, in questi anni è stato possibile iniziare da zero a collaborare con i ragazzi di Dafo, piccolo paese del Togo nell'Africa Occidentale, conoscere gradualmente una realtà che, dopo ogni incontro, è diventata sempre più familiare anche se la strada è ancora molto lunga e lontana è la superficialità di credere di avere già compreso tutto. Un cammino che è stato tracciato da chi ha partecipato a questa idea, spinto da uno spirito di fratellanza e, senza ombra di dubbio, di curiosità e voglia di essere parte attiva in qualcosa che non riguarda solo sé stessi. Un lungo lavoro in levare, togliendo tutte quelle concezioni etnocentriche, tutte quelle tare culturali, imparando a conoscere gli altri, e allo stesso tempo, conoscersi.  Sono stati anni in cui si è imparato e si è cresciuto insieme, dove ogni persona che ha partecipato ai progetti ha lasciato un'impronta di sé in maniera che forse ancora non si è resa conto. Un cammino che va avanti, perché la Vita é fatta di esperienze da fare, e tra di esse, vivere l'incontro con un'altra cultura e lavorarci insieme é senza dubbio una di quelle che più forma una persona.

Tra pochi mesi si ritorna in Togo, il sesto soggiorno negli ultimi sei anni, l'occasione sarà propizia per discutere con il villaggio l'idea della creazione di una cooperativa di donne dedite all'allevamento, un mezzo per avere un entrata economica per le famiglie delle donne anche nel periodo in cui il villaggio, dopo i mesi della raccolta, si trova senza lavoro e i suoi abitanti migrano verso i parenti nelle città per cercare un lavoro. Una possibilità in più, attraverso la vendita al mercato vicino, per una maggiore indipendenza economica che potrà, si spera, avviare altri microprogetti gestiti dalle stesse donne della cooperativa. Sarà un altro viaggio di scoperta, ci sarà l'occasione di visitare progetti simili nella stessa regione per comprendere meglio le difficoltà iniziali, per trarre quell'esperienza necessaria per rendere concreto questo progetto, così come è stato per quelli precedenti.

Toni Bocale


sabato 1 marzo 2014

Volontariato in Togo - progetti estate 2014

Volontariato in Togo - progetti anno 2014

L'associazione AFRICASA, in collaborazione con il partner togolese AJVSM (Association des Jeunes Volontaires au Service du Monde au Togo), organizza per il periodo estivo una serie di cantieri di cooperazione a supporto dei villaggi di Danyi (Togo - Africa Occidentale). Tutti i cantieri hanno durata variabile e sono aperti, con date da concordare con i partecipanti, dal 05 Luglio al 25 Settembre 2014.

Elenco campi di lavoro volontario

codice progetto: AJVSM I
periodo: dal 05 Luglio al 29 Luglio 2014
tipologia: termine lavori alla rete idrica del villaggio di Danyi-Dafo
luogo progetto: Danyi Dafo
costo partecipazione: 300€

codice progetto: AJVSM II
periodo: dal 15 Luglio al 20 Agosto 2014
tipologia: sostegno scolastico e protezione ambientale
luogo progetto: Danyi Dafo
costo partecipazione: 300€

codice progetto: AJVSM III
periodo: dal 15 Luglio al 10 Agosto 2014
tipologia: sostegno scolastico
luogo progetto: Danyi Tsadome
costo partecipazione: 300€

codice progetto: AJVSM IV
periodo: dal 09 Agosto al 05 Settembre 2014
tipologia: sostegno scolastico e inizio lavori di costruzione di una biblioteca
luogo progetto: Danyi Hiheatro
costo partecipazione: 300€

codice progetto: AJVSM V
periodo: dal 09 Agosto al 05 Settembre 2014
tipologia: corsi di informatica
luogo progetto: Danyi Dafo
costo partecipazione: 300€

codice progetto: AJVSM VI
periodo: dal 10 Agosto al 11 Settembre 2014
tipologia: sostegno scolastico e protezione ambientale
luogo progetto: Danyi Hiheatro
costo partecipazione: 300€

codice progetto: AJVSM VII
periodo: dal 13 Agosto al 14 Settembre 2014
tipologia: sostegno scolastico e protezione ambientale
luogo progetto: Danyi Ankouvi
costo partecipazione: 300€

codice progetto: AJVSM VIII
periodo: dal 25 Agosto al 23 Settembre 2014
tipologia: corsi di informatica
luogo progetto: Danyi Hiheatro
costo partecipazione: 300€

codice progetto: AJVSM IX
periodo: dal 25 Agosto al 23 Settembre 2014
tipologia: ristrutturazione “casa dei volontari”
luogo progetto: Danyi Dafo
costo partecipazione: 300€

codice progetto: AJVSM X
periodo: dal 26 Agosto al 25 Settembre 2014
tipologia: sostegno scolastico
luogo progetto: Danyi Dafo
costo partecipazione: 300€

Ospiti del'associazione AJVSM

AJVSM è un'associazione togolese orientata sostanzialmente verso progetti di sviluppo e di protezione della sfera dell'infanzia, unendo a ciò progetti trasversali legati alla valorizzazione culturale locale. Per raggiungere i suoi obiettivi AJVSM organizza cantieri di cooperazione internazionale (sostegno scolastico, rimboscamento, animazione, sociale con campagne di sensibilizzazione contro la malaria e la lotta contro le malattie sessualmente trasmissibili e l'AIDS, …). L'associazione riceve annualmente volontari da altre organizzazioni europee (italiane e francesi) al fine di effettuare queste esperienze, organizzando inoltre attività di escursione presso siti naturalistici e culturali coerenti con l'indole associativa e per la valorizzazione della diversità culturale.



Cos'é e perché partecipare a un cantiere di cooperazione

Un cantiere di cooperazione è una possibilità che tutti hanno per investire parte del loro tempo conoscendo una realtà diversa, il fine di un progetto di cooperazione è in primo luogo sviluppare una rete di comune condivisione tra i volontari che prendono parte a queste esperienze e la comunità locale di Dafo, attraverso cantieri di realizzazione di progetti di utilità sociale il cui vantaggio dall'avviamento è di tutta la comunità attraverso una miglioria della condizione di Vita. In secondo luogo, ma non per importanza, i progetti di cooperazione hanno anche un elevato valore culturale con la possibilità, per chi prende parte a questi progetti, di un'esperienza personale in un ambito sociale differente dall'originale con il chiaro intento di annullare il divario dettato dai pregiudizi sociali a favore dell'esaltazione delle diversità culturali viste come valore aggiunto di queste esperienze.



Chi può partecipare

La partecipazione ai cantieri di cooperazione in Togo è aperta a tutti i volontari, anche senza esperienza pregressa, che siano maggiorenni e tesserati con l'associazione AFRICASA. I volontari che si apprestano a partecipare a queste esperienze devono essere muniti di passaporto e del certificato di vaccinazione alla febbre gialla, obbligatoria per l'ingresso in Togo.



Alloggio

I volontari saranno accolti dai responsabili del campo direttamente all'aeroporto internazionale di Lomé e prima del trasferimento nella regione di Danyi soggiorneranno in un casa famigliare a Lomè. A seguito dello spostamento verso i luoghi di progetto i volontari alloggeranno presso la casa dell'associazione AJVSM a Danyi Dafo in stanze munite di letti con materasso e zanzariera, sia singoli che doppi. Le camere sono provviste di serratura a chiave e sono strettamente personali, la toilette è esterna alla casa così come il locale doccia. 
Ricordiamo in quest'occasione che il Togo e zona endemica della malaria, per un'adeguata sicurezza personale, oltre che al buon senso, è consigliabile un colloquio con il proprio medico curante. 

Durata del campo e costi di partecipazione

Per le esperienze di volontariato a breve periodo il tempo di soggiorno varia dai 21 ai 30 giorni, mentre per esperienze di volontariato a lungo termine i progetti coprono durate che variano dai tre agli otto mesi. Per le due relative proposte il volontario dovrà munirsi del relativo visto d'ingresso conforme alla sua durata nel paese togolese. Il visto per il Togo è ottenibile dall'Italia contattando il consolato togolese in Italia al numero 06.8814568 o recandosi presso la loro sede a Roma in via San Gimignano 91 (al seguente link è possibile scaricare il formulario). In alternativa è possibile farlo direttamente all'aeroporto in Togo al prezzo di 15.000 CFA (circa 20 €).
I costi di partecipazione variano dalla tipologia di campo selezionato e dalla sua durata e sono elencati nel prossimo capitolo. L'intera somma, che copre le spese di trasporto, vitto e acquisto di materiale per l'organizzazione del campo del volontario, deve esser versata al momento dell'arrivo in Togo e direttamente al responsabile del progetto. I costi d'iscrizione sono di 50€ per il sostegno dei progetti dell'associazione AFRICASA da versare in Italia e di 20€ per la registrazioni al consolato italiano in Togo, per le formalità di conferma del visto e per le pratiche amministrative eseguite dall'associazione AJVSM direttamente in Togo. A carico del volontario l'acquisto de biglietto aereo A/R per il Togo, mentre per le vaccinazioni obbligatorie tramite AFRICASA si possono avere i relativi sgravi che beneficiano le ONLUS   



Visite

Durante la durata del soggiorno AJVSM organizza nel tempo libero del fine settimana uscite turistiche e culturali (cascate, monasteri, centri artigianali,...). Il costo delle visite rientra nella quota da versare a inizio progetto al responsabile AJVSM in Togo. Per le visite culturali per tratte superiori ai 300 km, come la visita del nord del Togo per scoprire le etnie Kabye e la popolazione della Valle dei Tamberna, che impiegano per la loro organizzazione più di due giorni c'è un costo aggiunto di 100€ a persona per gruppi di minimo 3 persone (spiegato nel dettaglio nella presentazione dei singoli progetti)


Organizzazione

Le esperienze di volontariato sono innanzitutto delle possibilità di conoscenza e di scambio culturale; i volontari, all'arrivo alla sede del progetto a Dafo saranno ripartiti in gruppi e, insieme al responsabile di campo saranno assegnati i compiti che saranno seguiti a rotazione dagli stessi volontari, come il recupero dell'acqua alla sorgente, l'aiuto cucina alle donne de villaggio, la spesa da effettuare al mercato nel giorno dedicato in settimana,.... L'associazione AJVSM provvederà a organizzare, tramite la sua esperienza pregressa, l buona gestione del campo e sarà disponibile per confronti per migliorare ancor di più la sua gestione. A termine del campo di volontariato l'associazione AJVSM consegnerà al volontario un attestato di partecipazione   



Contatti

Per informazioni potete contattare direttamente l'associazione AFRICASA in Italia al numero 328-7414184 o presso la mail africaeparole@gmail.com, a seguire è possibile contattare direttamente l'associazione AJVSM in Togo

domenica 10 novembre 2013

Bon courage AFRICASA! ... storia di un esperienza di volontariato in Africa

Volevo raccontarvi una storia, ma non preoccupatevi, è una di quelle che finiscono con il lieto fine visto che tutti, in fondo, abbiamo bisogno di sorridere e di ricevere un po’ di ottimismo. E’ una di quelle storie ambientate in un luogo esotico e così diverso da questa verde Valle, a venti giorni di viaggio via terra da qui, e in quel continente, l’Africa, così lontano ma al tempo stesso vicino, terra carica di stereotipi, di incomprensioni e di pregiudizi da parte di noi occidentali, ma dove ci si può ancora emozionare per qualcosa che nasce dal cuore. Vi invito quindi a indossare nuovi occhi, a lasciare spazio all’immaginazione e a sognare per qualche minuto. Immaginatevi spettatori a teatro dove tutto il palcoscenico è occupato dal villaggio di Dafo, una bandiera togolese sventola su un’asta fatta con una canna di bambù, la terra è rossa sotto i vostri piedi e il cielo è appena sopra ad un panorama di verdi piante tropicali dove spuntano, qua e là, frutti di mango ed avocado. Donne, uomini e bambini divisi in gruppi, chi a cucinare, chi a chiacchierare, chi a giocare, gruppi che si uniscono tra di loro confondendo così ai vostri occhi i colori accesissimi dei loro vestiti tradizionali. Suoni di risate si alternano a parole incomprensibili in lingua locale, un villaggio africano che, con l’associazione AFRICASA, si è imparato a conoscere e dove sono stati stretti legami di sincera amicizia anche grazie a quell’incontro, nel Gennaio 2010 quando è iniziata questa storia, che ha come protagonista un bene indiscusso: l’acqua.


Dopo aver effettuato il viaggio via terra dall'Italia al Togo per trasportare un pulmino e il materiale donatoci dalla IRCI per costruire la rete idrica, era arrivato il momento, per i volontari dell’associazione AFRICASA, di completare l’opera iniziata con il sopralluogo al villaggio l’anno precedente, a cui ha fatto seguito un progetto tecnico e tutta la fase preventiva per far sì che possa un giorno nascere un acquedotto a Dafo e permettere a tutti, soprattutto donne e bambini, di evitare lunghe camminate e faticosi trasporti d’acqua dalla sorgente al villaggio.


Continuate a usare l’immaginazione e provate a mettermi nei panni di uno dei volontari dell’associazione per vivere appieno quest’emozione in Togo. Tutte le mattine, verso le cinque e mezzo, al villaggio si veniva svegliati dalle urla di una venditrice che passava proprio sotto alla finestra della casa che ospitava i volontari, a cui faceva seguito il rito di recarsi al bidone dell’acqua per lavarsi, più o meno due litri erano sufficienti per una doccia completa, denti compresi. Se ormai siete entrati nella parte avrete capito che, se per procurarsi dell’acqua dovete camminare un chilometro e mezzo in un sentiero ripido e sconnesso, e con una tanica di 30 chili sulla testa, allora si sta molto attenti agli sprechi. Dopo colazione passava il secondo “strillone”, questa volta munito di campanaccio per adunare la gente poiché, per ordine del capo villaggio, tutti dovevano partecipare ai lavori dell’acquedotto. 

Ma all’appello, dipendeva dal giorno, potevano essere in tre oppure in cento visto che a volte c’erano lavori urgenti nei campi o nelle piantagioni, oppure era giorno di mercato, ma il motivo di maggior astensionismo era la partecipazione in massa al funerale di un parente in qualche villaggio vicino poiché, da una parte sono tutti imparentati tra di loro come una grande famiglia, dall’altra la precarietà e le fatalità sono all’ordine del giorno. Capirete da soli che era difficile fare programmi precisi, i lavori da fare erano tanti e poche settimane per terminarli, ma per fortuna i lavori di scavo alla sorgente dell’acqua, nel punto più basso del villaggio per l’alloggio della vasca di raccolta, erano stati portati avanti grazie alla supervisione di Daniele Smoglica, giovane ingegnere torinese e volontario AFRICASA che ha anticipato l’arrivo della “carovana” partita dalla Valmarecchia e che, per tutto il mese d’Agosto, ha deciso che la sua prima volta in Africa sarebbe stato attraverso quest’esperienza di volontariato.  Restavano da costruire la struttura di supporto ai pannelli fotovoltaici, posare le tubazioni idrauliche ed elettriche, ed infine, costruire la vasca da dodici metri cubi che avrebbe permesso, grazie alla pompa ad immersione della IRCI, di spingere l’acqua nelle condutture interrate, risalendo la collina fino a un comodo rubinetto nel villaggio, quasi ottocento metri più lontano.


Ma prima di tutto bisognava comperare i materiali mancanti visto che, a parte l’elettropompa, i cavi e i pannelli fotovoltaici della IRCI portati via terra dall’Italia con il pulmino, il resto andava trovato sul posto, e ovviamente non al villaggio, l’unica speranza poteva essere Lomé, la capitale togolese distante quattro ore di viaggio su piste e strade con buche grandi come crateri. Tra viaggi con il pulmino per recuperare cemento e tubature, l’inizio dei lavori preliminari ed altro, passavano i giorni tra mille incredibili episodi, si lavorava, si rideva, si litigava, insomma si imparava a conoscersi condividendo un progetto, dove spesso e volentieri si doveva ricorrere all’arte dell’arrangiarsi, ed in questo gli africani non hanno rivali, così si usava la ghiaia della strada per fare il calcestruzzo, si abbatteva un albero per fare le casseforme, si usava il bambù per ogni cosa mentre i cacciaviti diventavano trapani e il machete strumento universale, come un coltellino svizzero.

Nel frattempo cresceva in maniera esponenziale l’aspettativa e l’entusiasmo della gente per l’idea di avere un rubinetto nel centro del villaggio, soprattutto le donne e i bambini, consapevoli che ciò avrebbe comportato una fatica in meno per loro, chi ringraziava per la possibilità, chi si metteva a disposizione per dare una mano, tutti incitando continuamente al motto di  bon courage. A dirla tutta c’era quella preoccupazione tipicamente occidentale che per qualche motivo qualcosa andasse storto, magari per un materiale difettoso o addirittura un errore di calcolo in fase di progetto fino a giungere al momento della verità, il giorno in cui si “attacca la spina” per testare se l’impianto funziona, completati quindi gli allacciamenti alla pompa non restava che incrociare le dita. Nel frattempo, mentre alla sorgente venivano completate le operazioni per l’attivazione della pompa manualmente, un bambino andava a controllare se l’acqua arrivasse per la prima volta al villaggio, potete immaginarlo correre su quel sentiero tortuoso tra l’erba alta due metri, felice sia per quella sensazione di festa che si respirava e sia per l’importante impegno che doveva rivestire in quel momento. Minuti di attesa che sembravano ore, i pensieri e le preoccupazioni che si accavallano sono spazzate via da un boato, degno della vittoria dei mondiali del 2006, che copre la distanza di quasi un chilometro dalla sorgente al villaggio: l’acqua è arrivata, ce l’avevamo fatta.
Al ritorno al villaggio, risalendo il sentiero e seguendo la conduttura interrata che trasportava l’acqua, le donne già si accalcavano con i bidoni e le taniche alla fontana, altre cantano canti tradizionali, danze colorite e coinvolgenti fanno da contorno a sorrisi di gioia e nell’aria esplode la festa al suono di percussioni che coinvolge tutti, bambini, adulti e volontari dell’associazione AFRICASA. Ognuno del villaggio ha partecipato alla costruzione, e, come comunità, si sentono ancora più uniti, e il legame con i volontari, anche dopo quest’esperienza, si è ancora maggiormente rafforzato, motivo in più per festeggiare fino a tarda notte.

In quei giorni di festa purtroppo non erano presenti molte persone che hanno reso possibile tutto ciò, ma in quel acquedotto c’è una parte di ognuno di loro. Grande merito va dato alla IRCI e alla famiglia Pula, in primo luogo a Mauro che ha creduto nell’associazione AFRICASA e nei suoi progetti, persone come anche la “togolese” Stefania Sanfilippo che hanno finanziato economicamente e materialmente la costruzione, ma  questa gioia va giustamente condivisa con chi ha lavorato per raggiungere questo splendido risultato, tutta la comunità del villaggio di Dafo e tutti i volontari AFRICASA che hanno curato la fase preliminare dello scavo e che si sono occupati anche dell’allestimento della biblioteca pubblica del villaggio, ringraziando chi ha partecipato al viaggio per trasportare il materiale in Togo, senza dimenticare tutti agli amici che hanno ospitato questa strana “carovana nomade” lungo la strada che separa questa Valle dal villaggio di Dafo in Togo.


“Si chiama Mal d’Africa ed è l’unica malattia dalla quale non voglio guarire”

Toni Bocale - Associazione AFRICASA ONLUS


lunedì 9 settembre 2013

Africasa "on the road": cronaca di un viaggio umanitario


Era il mese di Marzo quando, tra le righe di questo blog, scrivevamo dell'idea di un viaggio impossibile, o se non tale, almeno fuori dall'ordinario, una lunga spedizione via terra a bordo di un vecchio pulmino dall'Italia fino al Togo, piccolo paese dell'Africa Occidentale, un viaggio  dell'associazione AFRICASA con l'obiettivo di trasportare, nel villaggio di Dafo, il materiale necessario per la costruzione di un pozzo alimentato con pannelli solari ed un mezzo per il trasporto pubblico. Da quei giorni di Primavera il progetto si è evoluto e, giorno dopo giorno grazie all'aiuto indispensabile di molte persone, è diventato possibile e ha permesso agli amici della comunità di Dafo di avere finalmente un facile accesso all'acqua e, con un pulmino, un minor isolamento del villaggio.


A partecipare alla spedizione è stato un gruppo eterogeneo di ragazzi e ragazze accomunati dalla passione per l'Africa, dal fascino antico del viaggio via terra e dal desiderio di mettersi in gioco in qualcosa che avrebbe dato dei risvolti positivi anche per gli altri. Un gruppo formato da Stefano Caruso di Trapani, Roberto Raviola di Torino, Chiara Beligni di Firenze, Giacomo Bruni di Perugia, Vilma Valloni di Rimini, e qui dalla Valle, da Daniele Novelli di Pennabilli e Toni Bocale di Novafeltria che, per oltre 9.000 chilometri hanno condiviso questa fantastica esperienza che ancora va avanti poiché, proprio in questi giorni, alcuni di essi stanno terminando i lavori di costruzione della rete idrica e nel giro di poche settimane sarà finalmente possibile, per gli abitanti di Dafo, recuperare comodamente l'acqua quotidiana direttamente da un rubinetto nel centro villaggio evitando quindi, soprattutto a donne e bambini, un percorso di un chilometro nella boscaglia e il relativo trasporto manuale.  Ma come detto precedentemente tutto ciò non sarebbe stato possibile senza l'aiuto di amici e benefattori che hanno preso a cuore il progetto dell'associazione AFRICASA e hanno creduto in prima persona alla sua realizzazione. E' il caso di Mauro Pula della IRCI di Pietracuta che ha sostenuto la realizzazione dell'impianto idrico del villaggio fornendo il materiale necessario per la sua costruzione: pannelli solari, materiale idraulico e la pompa a immersione che sono in fase d'istallazione in Togo e che renderanno concreto questo progetto, daranno maggior significato a questo viaggio e soprattutto saranno un aiuto quotidiano alla popolazione di Dafo. Ma un ringraziamento va anche a Stefania Sanfilippo di Civitavecchia che ha partecipato attivamente a finanziare la costruzione della rete idrica, Antonella Riitano di Bologna che ha donato la seconda auto del viaggio, Antonio Venza e l'ottica Catello di Trapani che hanno fornito occhiali da vista per il dispensario togolese di Elavanyo.
 
 
 
 
 
 
 
 
Raccontare in queste righe le emozione del viaggio e degli incontri avvenuti lungo la strada è un'impresa maggiore del viaggio stesso, resta addosso come la sensazione di aver fatto un bel sogno dove al risveglio i particolari riaffiorano in maniera imprevista. Così il primo ricordo risulta quello più lontano nel tempo, quello relativo all'inizio del viaggio e all'emozione della partenza condivisa con gli altri ragazzi, seguita dalla preoccupazione del giorno successivo, quando ancora in Francia la seconda auto della spedizione ha dovuto fermarsi per la rottura del cambio. Oltre la Francia e la Spagna i ricordi assumono ora un sapore diverso parlando del Marocco, si tingono di un'altra cultura e di altre tradizioni e si disperdono dilatandosi come attraversando il deserto del Sahara, qui le sensazioni e i ricordi sono, come la settimana di dune e d'oceano, senza punti di riferimento se non negli innumerevoli posti di blocco nei territori del Sud e negli incontri serali nelle città carovaniere sotto una coperta di stelle. Della Mauritania la memoria si tinge della gioia di ritrovare gli amici di Nouadhibou, vedere che il progetto della costruzione di una scuola per gli orfani di un quartiere periferico della città, anticipatomi nel viaggio di due anni prima, è un cantiere che ormai è pronto a vedere la fine e a riempirsi di bambini. Un viaggio di incontri con persone speciali, capaci di lottare oltre le difficoltà, come nel caso di suor Carmen della missione di Kati in un Mali appena ripresosi dalla guerra civile, che salva le ragazze dal degrado della prostituzione per insegnarli un mestiere di parrucchiera o sarta donandoli un futuro, o delle donne dell'orfanotrofio di Loumbila in Burkina-Faso che  coltivano la spirulina per i casi di denutrizione infantile degli ospiti del centro. Ma il ricordo più vivo è senza dubbio quello dei giorni al villaggio di Dafo, ai momenti di gioia e d'euforia all'arrivo del pulmino dopo 23 giorni di viaggio, delle interminabili discussioni con gli amici togolesi e con il volontario Daniele Smoglica di Torino che ha seguito al villaggio i lavori di scavo, fino al giorno dell'inaugurazione della biblioteca pubblica, primo progetto dell'associazione AFRICASA, che sarà ad uso della scuola locale per dei corsi di alfabetizzazione.
 
 
Un viaggio che ha avuto, come in una storia, il suo lieto fine e che avrà delle conseguenze nel presente, con il termine della lavorazione per trasportare l'acqua dalla sorgente al villaggio con l'utilizzo di pannelli solari, e nel prossimo futuro con l'avvio dell'utilizzo del pulmino per il trasporto pubblico e per rendere quindi il villaggio di Dafo meno isolato. Ma  ogni storia è fatta di personaggi, e a me non resta che ringraziare chi, da quel giorno di Marzo fino ad oggi, ha reso possibile realizzare questo sogno, ora ogni persona del villaggio di Dafo può avere accesso facilmente all'acqua, un diritto umano e una necessità quotidiana è ora possibile grazie all'impegno di ogni singola persona.






"Si chiama Mal d'Africa ed é l'unica malattia dalla quale non voglio guarire"

Toni Bocale - Associazione AFRICASA ONLUS

web: www.africasaonlus.it - mail: africaeparole@gmail.com
blog: africasa.blogspot.com - info: 328.7414184

giovedì 9 maggio 2013

Un pulmino per Dafo: dall'Italia al Togo via terra per un nuovo inizio


A distanza di due anni l'associazione AFRICASA riparte via terra, la destinazione è sempre il Togo, piccolo paese nell'Africa Occidentale, e in particolar luogo il villaggio di Dafo, sede dei progetti associativi che si sono sviluppati in questi anni a favore della comunità locale. Ad Agosto si ritorna a calcare quella sottile striscia d'asfalto che collega questa Valle con il villaggio africano, questo esile filo che si snoda attraverso stati, frontiere e deserti, incrociando persone che hanno una storia da raccontare, amici da riabbracciare e luoghi da riscoprire. Un viaggio in direzione sud attraverso più di 6000 km di Africa Occidentale, ritornando a muoversi a ritmi delle antiche carovane, tra l'Atlantico e l'altro oceano, quello di sabbia del deserto del Sahara, immensa distesa che divide l'Africa Bianca da quella Nera, e poi oltre i fiumi e le foreste tropicali fino al villaggio amico e fraterno di Dafo.  

Se i primi due viaggi avevo lo scopo di gettare delle basi concrete vendendo, a termine del viaggio, i mezzi a disposizione per finanziare progetti locali con moneta del posto (come la costruzione della biblioteca per la scuola di Dafo), ora i tempi sono maturi per continuare nella collaborazione con il partner togolese AJVSM e per trasformare il termine del viaggio in un nuovo inizio. Tra gli obiettivi di questo viaggio il primo é senza dubbio il trasporto del materiale necessario per la costruzione di un pozzo nel villaggio di Dafo, struttura alimentata attraverso l'utilizzo di pannelli fotovoltaici forniti dalla ditta IRCI di Pietracuta con il fine di convogliare l'acqua in una cisterna comune nel villaggio, un progetto nato da una richiesta della comunità locale e steso con l'intento di portare un miglioramento all'accesso dell'acqua, che attualmente avviene manualmente recandosi alla sorgente. 

Ma questo viaggio non servirà soltanto per il trasporto del materiale, una volta giunto a destinazione il pulmino sarà immatricolato con targa togolese ed intestato all'associazione locale AJVSM, il mezzo servirà, da una parte, per ridurre l'isolamento della comunità montana e permettere alla popolazione locale di potersi muoversi più facilmente verso i grandi centri urbani di Kpalimé e Lomé dove sono presenti i principali mercati per vendere i prodotti agricoli, dall'altra per avviare un progetto di sostegno economico attraverso la creazione di un servizio di trasporto, gestito dall'associazione AJVSM, con il chiaro intento di raggiungere l'indipendenza economica. Sarà la stessa associazione togolese, attraverso la corretta gestione del mezzo di trasporto, a partecipare economicamente alla creazione di questo progetto recuperando, nell'arco di circa nove mesi, i fondi economici per terminare l'opera del pozzo e provvedere all'acquisto del materiale reperibile in Togo. La scelta di orientarsi in questa direzione trova le sue radici nei valori dell'associazione AFRICASA che crede nella cooperazione come valida alternativa all'assistenzialismo, che getta le sue fondamenta nella convinzione che ognuno è artefice di creare il proprio destino partecipandovi in prima persona, un attestazione di uguaglianza dove tutti i soggetti sono responsabili del buon esito di ogni progetto. 

Ma se da una parte questo viaggio è un fine per poter creare una concreta possibilità di indipendenza economica in Togo, dall'altra parte è anche un mezzo per comprendere meglio una realtà che è molto più vicina di quello che si pensi, e il fatto di raggiungere queste nazioni via terra ne è il più chiaro segnale. Il viaggio è anche la possibilità di incontrare l'altro e scoprirlo simile a sé, di ascoltare storie che non hanno lo spazio e il tempo di essere raccontate se non dai diretti interessati, di ritornare a viaggiare a ritmi più lenti, con più contatto umano, un lavoro in levare dove ciò che resta è solo l'essenziale. Il viaggio come una metafora della Vita che, mai come in questa occasione, ha un suo senso ed obiettivo nel completarlo per lasciare qualcosa al prossimo, un viaggio certamente inusuale ma il più reale possibile, retto senza dubbio dall'esperienza delle precedenti spedizioni, ma dove il fascino dell'emozione, della scoperta e della passione per un'idea hanno un ruolo determinante. 

Per poter sostenere l'iniziativa potete contattare l'associazione AFRICASA, le donazioni libere a sostegno del viaggio e per accelerare i tempi di costruzione del pozzo possono inoltre essere detratte dalla dichiarazione dei redditi. Per quanto riguarda il 5x1000 basta invece segnare il codice 91055370125 nell'apposito spazio nella modulistica di riferimento





"Si chiama mal d'Africa ed è l'unica malattia dalla quale non voglio guarire" 

ASSOCIAZIONE AFRICASA ONLUS
C.F 91055370125 - sede legale via Aleardi, 22 - 21013 Gallarate (VA)
sede distaccata via Cà Marinelli, 11 - 47864 Pennabilli (RN) 
web: www.africasaonlus.it - blog: http://africasa.blogspot.com - info: +39 328 74 14 184

IBAN: IT23 B031 6501 6000 0001 1511 401
Le donazioni libere sono deducibili dalla dichiarazione dei redditi ai sensi della legge 80/05 per tutte le persone fisiche e i titolari del reddito d'impresa


venerdì 22 marzo 2013

22 Marzo: giornata mondiale dell'acqua


Acqua: un diritto per tutti
AFRICASA in Togo per costruire un pozzo con le pompe solari della IRCI


Aprire il rubinetto e riempirsi un bicchiere d'acqua è un gesto normale, quasi automatico che ormai facciamo senza quasi più pensarci. Ma non ovunque è così, ci sono luoghi dove anche un'operazione così semplice si complica davanti all'evidenza della situazione e anche l'accesso all'acqua, il bene di primaria importanza nella Vita di tutti noi, è ancora difficile e comporta un impegno gravoso in termini di tempo ed energie. Per questo motivo, per lo spirito di fratellanza che ci accomuna, l'associazione AFRICASA ONLUS si pone l'obiettivo di intervenire nel villaggio di Dafo, piccola comunità montana situata in Togo (Africa Occidentale) per ottimizzare l'accesso a questa indispensabile risorsa migliorando così la qualità della vita di tutti i suoi abitanti, questo attraverso la costruzione di una rete idrica che permetta di avere una riserva costante, e facilmente accessibile, d'acqua potabile.  

Attualmente l'approvvigionamento dell'acqua avviene manualmente, il compito viene assegnato soprattutto alle donne e ai bambini che percorrono a piedi un percorso nella boscaglia dal villaggio fino alla fonte, una lieve rivolo d'acqua che affiora tra le rocce da una falda sotterranea alimentando un piccolo torrente. Armati di pazienza, le donne e i bambini riempiono le taniche e le trasportano sulle proprie teste per ritornare al villaggio ripercorrendo a ritroso il percorso nel verde, inaccessibile ai mezzi a motore. Il quantitativo necessario trasportato in ogni singolo viaggio viene di norma utilizzato per le pratiche giornaliere e per quelle del giorno successivo, mentre per tutte le operazioni di trasporto e recupero dell'acqua, vengono impegnate da donne e bambini diverse ore di tempo, sia per la distanza della fonte, sia per la quantità minima che affiora in superficie. Oltre che alla difficoltà della situazione molte volte i bambini, per adempiere a questi impegni che gli vengono assegnati, devo assentarsi dalla scuola locale del villaggio, con le ovvie complicazione che ciò comporta. 

L'obiettivo dell'associazione AFRICASA, e del suo partner in Togo AJVSM, associazione composta dai ragazzi del villaggio di Dafo, è quello di intervenire per eliminare ogni sorta di ostacolo che si incontra lungo questa via e rendere l'accesso all'acqua un diritto per tutta la comunità. Per fare ciò abbiamo sviluppato un progetto che prevede la costruzione di uno scavo in prossimità della fonte, da effettuarsi durante la stagione secca, per poter installare una pompa ad immersione alimentata da pannelli fotovoltaici per convogliare, attraverso tubature interrate, l'acqua fino a una cisterna in prossimità della piazza pubblica del villaggio, luogo adibito a ritrovo per le assemblee della comunità locale e punto congegnale per l'accesso all'acqua. 

La fornitura di tutto il materiale tecnico necessario per rendere concreto questo progetto sarà fornito dalla ditta IRCI di Pietracuta (RN), che già in passato ha manifestato il suo impegno partecipando a progetti a scopi benefici legati ad AFRICASA. Progetti di questo genere nascono e si sviluppano per annullare le distanze, per risolvere i problemi che si incontrano nella vita di tutti i giorni e che in certi luoghi ormai abbiamo dimenticato, per unire popolazioni lontani e imparare dagli altri quello che non sappiamo di noi. Progetti come questo prendono forza dall'impegno concreto e sincero di chi vuole fare un gesto di volontariato, gesto che comporta un aiuto reale al prossimo. Questo aiuto può essere sotto forma di finanziamenti o donazioni di qualsiasi genere, ma anche attraverso la propria esperienza personale partendo come volontario conoscendo direttamente la realtà di Dafo.

L'inizio dei lavori è previsto per quest'estate con la partenza dall'Italia di un pulmino diretto in Togo caricato del materiale necessario per la costruzione del pozzo, pulmino che una volta in Togo servirà per avviare un progetto di microcredito gestito dall'associazione togolese AJVSM per ottenere l'indipendenza economica necessaria per camminare sulle proprie gambe. Il pulmino servirà come mezzo di trasporto per la popolazione locale dal villaggio di Dafo fino alla capitale Lomé per rendere la comunità meno isolata, oltre che ad essere utilizzato nel periodo natalizio come supporto per il turismo responsabile, altro progetto di microcredito a favore dei progetti togolesi. Il viaggio via terra di 9000 km sarà anche l'occasione di visitare altre realtà satelliti in Mauritania, Mali e Burkina Faso. 


Ed anche se un piccolo aiuto può sembrare come una goccia d'acqua che si disperde nel mare, mai come in questo caso quella goccia e quell'acqua è tutto ciò che di più importante ci possa essere per gli abitanti del villaggio africano.

Toni Bocale - ASSOCIAZIONE AFRICASA ONLUS
C.F 91055370125 - sede legale via Aleardi, 22 - 21013 Gallarate (VA)
sede distaccata via Cà Marinelli, 11 - 47864 Pennabilli (RN) 



domenica 10 febbraio 2013

La sottile linea rossa


Frontiera di Rosso, ultimo fazzoletto di terra mauritana, anticamera  confusa e caotica per l'Africa Nera.

Il sorgere del Sole detta i tempi di una nuova giornata in questa terra di confine bagnata dal fiume Senegal, i suoi raggi si riflettono sull'acqua calma, soltanto lievemente scossa dalla lenta chiatta che si è staccata dalla riva opposta, mentre il rumore del motore di quest'ultima è ancora solamente un ronzio, sovrastato dal susseguirsi di voci dai suoni stranieri che si  accavallano nello spiazzo di cemento davanti alla riva. Alle mie spalle si chiude il cancello della dogana mauritana, la strada dritta e lunga duemila chilometri è oltre quel cancello, quella stessa strada che partendo dall'Italia mi aveva portato fino a lì insieme ad altri amici solcandola con le ruote dell'auto per ogni suo centimetro, inseguendo un sogno abbastanza forte da resistere ai colpi di vento della realtà: raggiungere il golfo del Benin via terra trasportando con sé un seme, nella speranza che in quella terra possa crescere forte e dare buoni frutti. Quella strada lunga migliaia di chilometri che scende verso sud, attraversando prima il Marocco e poi il Sahara Occidentale e la Mauritania, non è che una sottile striscia d'asfalto, stretta e compressa da quei due giganti che a fatica riesce a dividere: l'immensità dell'oceano Atlantico a Ovest, l'infinità vastità di sabbia dorata del deserto del Sahara a Est. Ma quella strada era anche un corridoio, un punto di incontro di culture diverse, un crocevia di gente in movimento, di speranze erranti. Ora il rumore del motore della chiatta si percepisce più distintamente tanto da riportarmi al momento presente. Mi avvicino alla macchina che riposa in attesa di continuare per oltre quattromila chilometri, gli altri ragazzi del gruppo sono stati accerchiati da bambini festanti, ognuno desideroso di giocare e di divertirsi, ingannando così la lunga attesa di chi è costretto a vivere in un posto di frontiera, incatenato a quel luogo e senza la possibilità concreta di allontanarsi da esso, soltanto con la fugace possibilità di entrare in contatto con il mondo che è fuori attraverso le persone che sono di passaggio, sapendo che è solo questione di attimi e poi le loro strade si separeranno ancora. Gli guardo tutti indistintamente, i miei compagni di viaggio e quel gruppo festante di piedi scalzi e teste rasate, e per un attimo, non so se per la stanchezza o per l'emozione, non distinguo più l'adulto dal bambino, l'energia vitale di quei ragazzi, le loro risate, la loro gioia, sono la forza trascinante di questa terra e nessuno non può rimanerne che contagiato e risucchiato da questo vortice di pura Vita. Soltanto un bambino sembra non voler partecipare a tutto ciò, preferendo seguire il filo dei suoi pensieri che quello del gioco. Il suo dito scivola lungo la sottile linea rossa sulla grande cartina stampata sul cofano dell'auto con segnalato il percorso dall'Italia al Golfo del Benin. Seguo in silenzio e con lo sguardo quel piccolo dito mentre lentamente oltrepassa confini immaginari ed inesistenti, supera il Senegal e deviando verso Est nel Mali e oltre, in direzione di quel Burkina Faso terra di uomini integri, e ancora avanti in Togo e Benin, giungendo a fermarsi alla fine del percorso della cartina segnato in rosso, fino a ritrovare lo stesso Oceano salutato quella stessa mattina.  Alza lo sguardo e mi chiede in francese: "Cosa c'è alla fine della strada?". 

Allora gli risposi con un sorriso, ma ora, a distanza di tre anni posso finalmente rispondergli: lì ora c'è una parte di me e di tutti i ragazzi dell'associazione AFRICASA ONLUS che hanno creduto a questa idea. 
E quel posto adesso ha un nome preciso, Dafo, un villaggio situato in un luogo sconosciuto ai molti, che è il Togo, dove quel seme è stato piantato e, con la fiducia e la sincerità che rende stabili i rapporti, è cresciuto fino a diventare una realtà locale. L'associazione AFRICASA è nata dopo quel viaggio di tre anni fa, effettuato da tutti noi con lo spirito di chi abbraccia un'esperienza senza preconcetti e pregiudizi, riducendo tutto all'essenzialità di conoscere nuove culture, comprendere nuovi punti di vista di questo mondo globalizzato che ha chiuso tutto in definizioni e rapporti di classe, fino a farci dimenticare quanto tutti siamo uguali. E questo progetto è partito sulle fondamenta della ricerca di questo contatto umano di fratellanza, un viaggio effettuato per conoscere nuove realtà e ascoltarle, aprendosi a esse ed abbandonandosi sciogliendo le proprie resistenze fino a riscoprire il lato autentico dell'amicizia. 

Quella vecchia jeep che ci trasportò oltre il Tropico del Cancro fu allora venduta per andare a finanziare con soldi togolesi dei progetti visitati, quell'auto divenne un mezzo per  trasformare un viaggio in qualcosa di concreto per altri: l'acquisto di una cisterna d'acqua e  la ristrutturazione di un laboratorio d'informatica di una scuola di quartiere. Il significato di quel viaggio era semplicemente collegare persone, era dimostrare che, nonostante le distanze geografiche e culturali era possibile incontrarsi per far nascere un progetto: diventare parte attiva di un cambiamento che abbia come obiettivo il miglioramento della condizione della Vita del prossimo.
A seguito di quel primo viaggio si sono intensificati i rapporti con l'associazione togolese AJVSM del villaggio di Dafo, ponendo le basi, attraverso successivi soggiorni, per supportare progetti da loro proposti e gestiti, come la costruzione di una piccola biblioteca locale con testi portati nel primo viaggio, un luogo riservato ad attività ludiche per i bambini del villaggio e con la possibilità, grazie all'aiuto volontario dei ragazzi del villaggio, di creare uno spazio di supporto per bambini della scuola locale con problematiche di alfabetizzazione. E' stato inoltre possibile finanziare l'operazione medica al femore di Didier, un ragazzo del villaggio, ed è stato avviato un progetto di volontariato estivo che permetta, a chi volesse mettersi in gioco riscoprendo il fascino dell'incontro con gli altri e con sé stessi, di comprendere meglio questa realtà investendo parte del proprio Tempo nella direzione del comune spirito di fratellanza. Un sentimento che ha trovato nei sostenitori dell'associazione un aiuto essenziale per trasformare in realtà quello che allora era solo un sogno. Come nel caso di Mauro della ditta IRCI che ha creduto in questo progetto, e unendo l'esperienza tecnica accumulata in precedenti contesti  analoghi, parteciperà alla creazione di un nuovo importante obiettivo, proposto dalla comunità locale di Dafo e progettato insieme all'associazione AJVSM: la creazione della una rete idrica per il villaggio, rete alimentata attraverso energia rinnovabile che permetterà di trasportare l'acqua, tramite canalizzazioni interrate, a una cisterna nel villaggio sgravando quindi bambini e donne del viaggio a piedi nella brousse per il recupero dell'acqua. Accessibilità all'acqua come accessibilità alla Vita, punto di partenza per un miglioramento della condizione, sia personale che della comunità.  

Davanti alla ciclicità del tempo che si ripropone, in procinto di pianificare un ulteriore viaggio via terra per attivare un servizio di trasporto locale tra il villaggio di Dafo e la capitale Lomé, servizio gestito dall'associazione AJVSM al fine di ottenere nel breve tempo indipendenza economica, condizione essenziale per partecipare a un progetto di cooperazione, lascio che queste brevi righe, cariche del sapore del ricordo e della speranza del futuro, siano un mezzo per presentare l'associazione facendo affiorare i principi su cui si poggia, sapendo che soltanto attraverso la partecipazione attiva è possibile ridurre la distanza che separa un Uomo da un suo fratello.

Frontiera di Rosso: fiume Senegal, versante nord mauritano

"Si chiama mal d'Africa ed è l'unica malattia dalla quale non voglio guarire" 

Toni Bocale - ASSOCIAZIONE AFRICASA ONLUS
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